La più grande fonte di traffico sul web – gratuita e a pagamento – sta diventando un giardino recintato. Con queste parole Rand Fishkin, tra i maggiori esperti di SEO al mondo e fondatore di di MOZ e di SparkToro, annuncia un cambiamento epocale. L’intento di Google non è solo mantenere le persone nelle proprie proprietà, ma competere direttamente con quelle che l’hanno aiutato a diventare un potere monopolistico dominante. Se sei un marketer o un’azienda che si affida a Google, rimangono ancora tantissime opportunità (almeno nella maggior parte dei settori; mi dispiace per Expedia, Yelp, TripAdvisor e chiunque cerchi di competere contro YouTube). Ma per stare al passo, hai bisogno di piani su come diversificare le tue fonti di traffico, come far crescere la domanda con marchio al di fuori della ricerca e come guadagnare valore dalle ricerche a zero clic.

Sempre più Google

Non più motore di ricerca, ma sempre più motore di risposta. Questo l’obiettivo di Google: avvicinarsi sempre di più a questa funzione così da diventare competitor di un enorme numero di siti e su settori di business inimmaginabili fino a poco fa. Da questo punto di vista l’intervento di BERT sembra andare verso questa direzione. Secondo una recente indagine oltre la metà delle ricerche su Google da mobile e quasi il 35% da desktop si è conclusa senza che l’utente abbia poi visitato altri contenuti.

La tendenza continua a essere un calo dell’organico a fronte di un aumento di ricerche che si completano su Ads o con nessun clic. Solo a settembre 2019 “il 7,5% di tutte le ricerche ha portato a un clic su una proprietà Alphabet“, ovvero la holding che controlla Google e le altre aziende collegate. Quindi, già oggi “Google è il principale beneficiario della Ricerca su Google, perché nessun altro sito si avvicina a quel dato del 7,5%”, emerge dall’indagine.

La soluzione è dettata dallo stesso Fishkin: “trovare il modo di rendere il nostro marchio quello che cercano gli utenti”, ovvero brandizzare la ricerca. Come esempio utilizza le previsioni del tempo: “non voglio più solo traffico per la keyword meteo, ma voglio ricerche per il mio marchio, per Weather Underground, Weather.com e Weather Channel”.